La ricostruzione di Stonehenge e Tiahuanaco

Tipologia: 
Archeologia
30 maggio 2016
I restauri di Tiahuanaco hanno eccessivamente mutato la forma del luogo, mentre a Stonehenge l'intervento è stato più rispettoso dello stato del sito. In Bolivia la ricostruzione del tempio ha comportato l'impiego di molto calcestruzzo e il rifacimento dell'intero perimetro, mentre in Inghilterra sono solo stati rimessi in piedi i triliti megalitici
Sopra Tiahuanaco ieri e oggi, sotto Stonehenge ieri e oggi
Sopra Tiahuanaco ieri e oggi, sotto Stonehenge ieri e oggi

Stonehenge e Tiahuanaco sono fra i siti archeologici più famosi al mondo. Sono accomunati dal fermento para-scientifico che scatenano da decenni e dal fatto di essere stati restaurati durante il '900. Ma con una differenza fondamentale: la ricostruzione del tempio boliviano ha eccessivamente mutato lo stato del luogo, mentre quella del circolo megalitico inglese non ne ha alterato le caratteristiche. Il tempio di Tiahuanaco (o Tiwanaku) è conosciuto con il nome di Kalasasaya, ovvero il tempio dei pilastri, in quanto al momento del ritrovamento si presentava come un perimetro scandito da enormi monoliti, ormai decisamente erosi. Poiché alcuni di questi evidenziavano dei solchi adatti ad accogliere degli architravi, negli anni '50 si è deciso di riempire gli spazi tra i pilastri con dei blocchi di calcestruzzo ed è stata colmata di terra la spianata, ricoprendo però l'antica pavimentazione e chiudendo parte degli ingressi originari. È un po' come se si decidesse di ricoprire le piramidi con la pietra bianca di Tura per riportarle al loro aspetto originario. Certamente ne ha guadagnato il turismo archeologico, ma l'attuale aspetto del tempio può facilmente trarre in inganno i visitatori. Peraltro, secondo alcuni calcoli astronomici, i piloni megalitici che compongono l'originale perimetro dell'area rimanderebbero al cielo del V millennio a.C., non all'epoca in cui convenzionalmente viene collocato questo complesso templare, cioè tra il 200 e il 600 d.C. Anche il sito di Stonehenge, presumibilmente realizzato tra il 3100 e il 1600 a.C., è stato rimesso a nuovo nel corso di tre interventi, uno all'inizio del secolo scorso, poi alla fine degli anni '50 e a metà dei '60. Tuttavia ci si è limitati a rimettere in piedi i pilastri e i triliti abbattuti, riposizionandone alcuni, ma senza aggiungere metri e metri di materiale moderno, solo un po' di cemento per ridare stabilità alla costruzione. Ovviamente l'intervento non ha trovato la condivisione assoluta di tutti. Secondo i critici, infatti, i restauri hanno alterato le valenze astronomiche del sito, qualcuno è perfino arrivato a mettere in dubbio che questo circolo megalitico abbia a che fare con i moti del Sole e della Luna, ma le misure di Stonehenge e i suoi allineamenti astronomici erano già stati registratima da William Stukeley  nel 1746, che notò l’orientamento del circolo in direzione della levata del nostro astro al solstizio d’estate, poi in seguito da altri ricercatori come Norman Lockyer, a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Giorgio Giordano

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