L'alba del genere Homo e la sua espansione

Tipologia: 
Evoluzione
19 maggio 2016
Homo habilis, Homo rudolfensis, Homo georgicus, Homo erectus e Homo ergaster esistevano più o meno contemporaneamente. Pare che questi primissimi appartenenti al genere Homo non siano ominini distinti, l'uno l'evoluzione dell'altro, ma che in realtà rappresentino solo variabilità somatiche tra individui della medesima specie
Homo erectus (Pechino)
Homo erectus (Pechino)

L'uomo è apparso più di due milioni di anni fa. I vari Homo habilis, Homo rudolfensis, Homo georgicus, Homo erectus e Homo ergaster esistevano più o meno contemporaneamente. Pare che questi primissimi appartenenti al genere Homo non siano ominini distinti, l'uno l'evoluzione dell'altro, ma che in realtà rappresentino solo variabilità somatiche tra individui della medesima specie. L'antichità dei reperti georgiani ha fatto perfino dubitare dell'origine africana del genere Homo. Ormai, peraltro, è ampiamente rivalutata la teoria evolutiva multi-regionale, in alternativa al modello "Out of Africa". In definitiva, abbiamo forme interfeconde, appartenenti a un unico flusso umano, con inevitabili derive genetiche in occasione di isolamento geografico e viceversa profondi rimescolamenti del Dna a seguito di grandi migrazioni. Oggi il nome Homo ergaster è spesso attribuito alle popolazioni dei primi uomini stanziati in Africa, mentre con il termine erectus si preferisce indicare la prima umanità asiatica. Le impronte di Laetoli, in Tanzania, che risalgono a ben 3,7 milioni di anni fa, appartenute all'Australopithecus afarensis, indicano una postura eretta e un andatura bipede, ma l'arco plantare risulta molto meno accentuato e gli alluci divergenti. Homo ergaster, invece, 1,5 milioni di anni fa aveva un piede anatomicamente moderno. Ed era un perfetto corridore. Il famoso ragazzo di Turkana non era poi così diverso da noi. Era un dodicenne di 160 centimetri che sarebbero diventati 185 al raggiungimento dell'età adulta. Si può supporre che in linea generale avesse un aspetto assai simile a un uomo moderno, con una struttura corporea paragonabile agli attuali Masai, anche se la capacità cranica era di 880 cm³, che sarebbero diventati 910 cm³ con la maturità, molto meno dell'uomo moderno che in media raggiunge i 1350 cm³. Uomini con una scatola cranica più piccola, è vero, tuttavia già in grado 1,8 milioni anni fa di fabbricare utensili  sofisticati. Le testimonianze più antiche della presenza dell'uomo in Europa risalgono a circa 1,3 milioni di anni fa, in Spagna, ad Atapuerca nel giacimento della Sima del Elefante. Si tratta di una mandibola di Homo antecessor, una forma di passaggio tra ergaster, cioè l'erectus africano, e heidelbergensis. Esistono poi dei reperti collocabili tra 1 milione e 800 mila anni fa, trovati ancora ad Atapuerca, nel vicino giacimento della Gran Dolina, in cui si potrebbero cercare le radici di una linea evolutiva propriamente europea (mentre per i sostenitori della teoria Out of Africa sarebbe la seconda ondata migratoria giunta nel continente dopo quella dell'antecessor). Ma l'uomo non era stanziato solo nel Sud del continente: a Happisburgh in Gran Bretagna, sono emersi utensili da taglio e percussione in pietra risalenti a un periodo compreso tra 980 e 800 mila anni fa.
Giorgio Giordano

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