L'occupazione del Vecchio continente

Tipologia: 
Culture
19 maggio 2016
L'occupazione d'Europa è testimoniata da una mascella di Sapiens, scoperta nel sito di Kents Cavern in Inghilterra, datata tra 44.200 e 41.500 anni fa. Due molari di Sapiens trovati nella Grotta del Cavallo, nel Salento, risalgono a 43-45.000 anni fa. Ai Balzi Rossi di Ventimiglia sono emersi utensili di 42 mila anni fa attribuiti al Sapiens
Statuetta di uomo-leone, Germania, 40.000 anni fa
Statuetta di uomo-leone, Germania, 40.000 anni fa

I Sapiens sono entrati in Europa circa 45 mila anni fa, dando vita al tipo cromagnoide, alto e robusto, con faccia larga e corta. L'occupazione d'Europa è testimoniata da una mascella di Sapiens, scoperta nel sito di Kents Cavern, vicino a Torquay in Inghilterra, recentemente retrodatata tra 44.200 e 41.500 anni fa. Due molari scoperti nella Grotta del Cavallo, nel Salento, originariamente classificati come neanderthaliani, in realtà appartengono a esseri umani moderni, vissuti 43-45 mila anni fa. Presso il riparo Mochi dei Balzi Rossi di Ventimiglia sono state rinvenute tracce e utensili di Sapiens di 42 mila anni fa. Alcuni resti di focolari, infine, indicano il superamento del circolo polare da parte dei nostri antenati intorno a 40 mila anni fa. La mandibola del Riparo Mezzena (Vr) di quasi 40 mila anni fa testimonia l'incrocio con Neanderthal, così il femore di Ust'-Ishim in Siberia di 45 mila anni fa e naturalmente il cranio dell'Uomo di Kostenki, vissuto 36-38 mila anni fa, il più famoso tra gli ibridi. I resti europei precedenti ai 33 mila anni fa provengono dai siti di Les Rois e La Quina Aval, Brassempouy, Cioclovina, Mladec, Muierii, Oase (fra questi il più antico, circa 40 mila anni), ma si tratta di materiale modesto. In pratica i fossili umani dell'Aurignaziano sono insufficienti per stabilire a chi appartenesse questa cultura, o meglio se vada attribuita solo all'Homo Sapiens o se sia in parte influenzata da Neanderthal, con il quale i nostri antenati si sono ibridati. Molto più ricchi i resti fossili dei 10 mila anni successivi, il periodo cosiddetto Gravettiano, caratterizzato dall'invasione d'Europa del tipo paleo-capelloide o tipo di Brunn (l'originale cranio Combe-Capelle che ha dato il nome a questa tipologia è stato ridatato al Mesolitico), più esile del cromagnoide e con un volto più allungato, caratteristiche queste che si accentueranno nel Neolitico. Grazie a una certa stabilità climatica, a partire da 35 mila sino a 22 mila anni fa, si è sviluppata la raffinata cultura paleoeuropea delle veneri e delle pitture rupestri. In corrispondenza del "massimo glaciale", la recrudescenza del freddo ha costretto gli abitanti d'Europa a ritirarsi lungo le sponde mediterranee e nei cosiddetti "rifugi", quello franco-cantabrico, quello balcanico e quello ucraino, sino a circa 17 mila anni fa. Intorno a 14.500 anni fa una larga fetta della popolazione europea è stata sostituita da una nuova migrazione proveniente da Est. Nei millenni seguenti il continente ha conosciuto imponenti rivoluzioni culturali, importate da una lunga serie di nuovi arrivati.
Giorgio Giordano

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