L'uomo oltre il circolo polare

Tipologia: 
Ambiente
22 maggio 2016
Con sorpresa è stata registrata la presenza umana alle massime latitudini del pianeta in epoche ancestrali. Gruppi di Sapiens hanno sconfinato il circolo polare artico nello stesso periodo in cui i loro simili conquistavano l'Europa. In quei giorni, nelle terre all'estremo Nord, le condizioni climatiche erano adatte alla vita di uomini e animali
L'uomo ha raggiunto l'estremo Nord inseguendo i mammut
L'uomo ha raggiunto l'estremo Nord inseguendo i mammut

Con sorpresa è stata registrata la presenza umana alle massime latitudini del pianeta in epoche ancestrali. Gruppi di Sapiens hanno sconfinato il circolo polare artico nello stesso periodo in cui i loro simili conquistavano l'Europa. A Sopochnaia Karga, in piena Siberia artica, a 72 gradi Nord, sono emerse tracce datate 45 mila anni fa. È stato rinvenuto uno stanziamento, risalente a circa 40 mila anni fa, nella zona europea della Russia artica chiamata Mamontovaya Kurya. L'occupazione è continuata per almeno 20 mila anni, infatti in Siberia orientale, nel sito Berelekh, posto a 70 gradi di latitudine, sono state rinvenute evidenze di presenza umana, questa volta risalenti a 28-30 mila anni fa. È stato anche scoperto uno stanziamento a Byzovaya, nel nord della Russia, risalente a 28 mila anni fa. Per il tipo di industria litica riscontrata, il sito viene attribuito ai Neanderthal, tanto che si è parlato di "ultimo rifugio" prima dell'estinzione per questa tipologia umana. Ma non bisogna credere che in quelle terre all'estremo Nord l'uomo vivesse in condizioni prossime all'ibernazione. Molte aree al confine e all'interno del circolo polare erano abitabili prima del massimo glaciale registrato intorno ai 20 mila anni fa e ritrovamenti di grandi quantità di ossa testimoniano che le isole del Mar Artico sono state periodicamente popolate da animali di grande e piccola taglia per tutta l'era glaciale. Con la recrudescenza del freddo l'uomo si è dovuto ritirare a latitudini più basse, intorno al 55° parallelo, nei cosiddetti "rifugi glaciali". Nelle terre a nord del Mar Nero e del Mar Caspio, alla fine dell'era glaciale, si è definita la cultura indoeuropea, poi ritornata verso le latitudini nordiche con la riconquista della Scandinavia e della Siberia europea. Una parte delle popolazioni siberiane ha inseguito i grandi mammiferi, a loro volta in cerca di praterie erbose, fino nel continente americano, dove sono sopravvissuti gli ultimi mammut. Ormai è ampiamente dimostrato il contributo genetico dei cacciatori eurasiatici del Paleolitico superiore alla formazione dei popoli ancestrali nordamericani. Alla fine dell'era glaciale la Siberia si è definitivamente trasformata in un luogo dal clima rigido e inospitale, non a caso è uno dei territori meno popolati della Terra. Tra i ghiacciai siberiani è stato trovato un singolare mammut congelato, risalente a 10 mila anni fa: era ancora in piedi con lo stomaco e la bocca pieni di erba non digerita, segno di una morte avvenuta nel corso di un'improvvisa tormenta, che ha colto di sorpresa questo grande animale. Oggi sono lontane le rigogliose praterie del Paleolitico superiore attraversate dai branchi dei mammiferi pleistocenici: ai giorni nostri oltre il circolo polare vivono i Sami o Lapponi nell'estremo nord della Scandinavia e nella Penisola di Kola, una decina di gruppi etnici tra i popoli indigeni della Russia e naturalmente gli eschimesi, ovvero gli Inuit, stanziati nell'estremo nord dell'Alaska, in Canada e Groenlandia, e gli Yupik, diffusi ai confini del distretto federale russo dell'Estremo Oriente, e dall'altra parte di Bering nell'estremo occidente dell'Alaska.
Giorgio Giordano

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