Le mura dei ciclopi

Tipologia: 
Archeologia
19 maggio 2016
La muratura megalitica mediterranea è uno dei grandi misteri dell'archeologia. L'Italia centrale, su tutti il Lazio, presenta il maggior numero di questi immensi muraglioni. Pure la Grecia e in generale il Mediterraneo orientale possono vantare simili fortificazioni. Le tecniche con cui sono realizzate possono anche essere molto differenti
Le mura pelasgiche del Circeo
Le mura pelasgiche del Circeo

La muratura megalitica mediterranea rappresenta uno dei grandi misteri dell'archeologia. In particolare l'Italia centrale, su tutti il Lazio, presenta il maggior numero di quegli immensi muraglioni che la tradizione popolare attribuisce ai ciclopi. Ma anche la Grecia e il Mediterraneo orientale possono vantare simili fortificazioni, generalmente definite "pelasgiche". Si possono distinguere: un'opera megalitica con pietra grezza; una con pietra sgrossata; un'opera propriamente poligonale; un'opera con pietre scolpite che pur nell'irregolarità tendono al parallelepipedo; infine un'opera quadrata o squadrata, ovvero con pietre tagliate usando sega o filo elicoidale. Nell'opera megalitica grezza i blocchi sono accatastati così come vengono dalla cava. Una versione maggiormente raffinata di questa tecnica prevede di selezionare le pietre più adatte, disponendone la faccia piatta verso l'esterno del muro. L'opera megalitica sgrossata, invece, evidenzia blocchi sagomati in modo da ridurre gli spazi vuoti tra una pietra e l’altra, che poi vengono riempiti con pietre più piccole. La faccia a vista viene resa il più possibile piana. Queste tecniche possono essere realizzate anche con strumenti litici. Nell'opera propriamente poligonale le parti a contatto tra i blocchi seguono linee rette, formando poligoni irregolari, mentre la sgrossatura sulla faccia esterna raggiunge la perfezione. Le mura più incredibili sono quelle realizzate senza piani di posa, la trama delle pietre sale in altezza spezzando ogni traiettoria, Verosimilmente si tratta di un sistema antisismico. Questa terza tipologia prevede l'uso di scalpelli metallici per levigare con tanta precisione le facce dei blocchi. Esiste poi una quarta maniera dell'opera poligonale, con piani di appoggio più orizzontali, blocchi con una forma che imita il parallelepipedo, anche se i lati non sono perfettamente paralleli. Quando i piani di posa sono sostanzialmente paralleli e le pietre vengono scolpite a forma di cubo o parallelepipedo si può parlare di opera quasi-quadrata. Infine esiste un'opera megalitica perfettamente quadrata, in quanto la pietra viene tagliata e non più scolpita con punta e mazzetta. Si evidenziano anche tecniche regionali di derivazione, ad esempio l'adozione del bugnato come rifinitura della faccia esterna, oppure l'opera cosiddetta lesbia, che presenta abbondanza di giunti curvi, e l'opera detta trapezoidale, entrambe diffuse in Grecia, o ancora un'opera poligonale più piccola di età successiva, con blocchi non superiori al mezzo metro.
Giorgio Giordano

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Pietre grezze (prima maniera)
Pietre sgrossate (seconda maniera)
Opera poligonale senza piani di posa (terza maniera)
Opera muraria con piani di posa (quarta maniera)
Pietre con linee orizzontali curve (opera lesbia)
Pietre scolpite a forma di cubo o parallelepipedo (opera quasi quadrata)
Pietre tagliate non scolpite (opera quadrata)