L'estinzione della megafauna
Cosa ha determinato la scomparsa della megafauna pleistocenica? A lungo la responsabilità è stata attribuita ai cacciatori paleolitici, poi la rotta è stata corretta e come vera causa dell'estinzione sono stati indicati i cambiamenti climatici avvenuti alla fine dell'era glaciale. Tra i vezzi moderni c'è quello di recitare il "mea culpa" anche per le catastrofi globali, ma la Natura è più forte e alla fine si rivela l'unica grande protagonista. Un analogo metro di valutazione era stato applicato all'estinzione dei Neanderthal, ma anche in questo caso, dopo decenni di "penitenze", si è stabilito che il Sapiens sostanzialmente non c'entra. La recrudescenza del freddo alla fine del Wurm è stata certamente tra le cause dell'estinzione dei grandi mammiferi, ma soprattutto hanno giocato un ruolo chiave le rivoluzioni climatiche avvenute alla fine del Pleistocene nei territori in cui pascolavano i branchi, con panorami climatici e quindi habitat naturali completamente stravolti. Un'inversione del campo magnetico terrestre, che sarebbe avvenuta 40 mila anni fa, era stata annoverata tra i colpi di grazia assestati alla megafauna, ma va rilevato che prima dell'overkill sono trascorsi altri 30 mila anni. Per non scontentare nessuno, uno studio internazionale del 2011 condotto da 40 istituzioni accademiche, dopo avere esaminato il Dna e i fossili disponibili, ha concluso che la perdita di un terzo delle specie dei grandi mammiferi eurasiatici e di due terzi delle specie nordamericane non è solo colpa dell'uomo o solo del clima, ma di una serie di concause, soprattutto si è detto che ogni specie scomparsa ha avuto una storia peculiare e un boia su misura. Per spiegare la fine della megafauna nordamericana era stato proposto un impatto celeste avvenuto all'epoca della cultura Clovis, oltre 12 mila anni fa, ma oggi anche questa soluzione non suscita più gli entusiasmi di un tempo. Tra le ipotesi meno battute c'è quella che chiama in causa la gravità terrestre. Nel 2004, uno studio sui dinosauri aveva concluso che quelli più grandi, ben oltre un elefante, non avevano la struttura ossea adatta e la potenza muscolare sufficiente per muovere un simile peso, a meno di non immaginare che al tempo la gravità fosse appena un terzo del valore attuale. Lo stesso tipo di ragionamento è stato proposto per la megafauna del Pleistocene. Peraltro, è stato osservato che nel corso della progressiva estinzione di grandi mammiferi anche l'uomo ha perso almeno il 10 per cento delle dimensioni corporee, comprese quelle craniche, fenomeno che generalmente viene spiegato con il passaggio dalla caccia all'agricoltura.
Giorgio Giordano