L’allineamento astronomico dei megaliti

Tipologia: 
Archeologia
15 febbraio 2018
Veri e propri complessi templari allineati con i punti all’orizzonte in cui in quell’epoca sorgevano o tramontavano corpi celesti di particolare importanza. Monoliti e buche in cui in origine erano infissi dei pali, corridoi, pozzi e santuari di varia fattura realizzati tenendo ben presente la direzione del sorgere e del tramontare della Luna, del Sole o delle stelle più luminose
Solstizio d'inverno in Sicilia
Solstizio d'inverno in Sicilia

L’interesse dell’uomo per il cielo è testimoniato fin dal Paleolitico. Nel Neolitico e durante l’Età del bronzo, in molte parti del mondo sono stati eretti numerosi megaliti disposti secondo forme geometriche ben definite, in prevalenza circoli e ovali, ma anche veri e propri complessi templari allineati con i punti all’orizzonte in cui in quell’epoca sorgevano o tramontavano corpi celesti di particolare importanza. Monoliti e buche in cui in origine erano infissi dei pali, corridoi, pozzi e santuari di varia fattura realizzati tenendo ben presente la direzione del sorgere e del tramontare della Luna, del Sole o delle stelle più luminose visibili a occhio nudo nel corso delle stagioni. Queste corrispondenze tra le pietre e il cielo oggi sono studiate dall’Archeoastronomia.


Gobleki Tepe in Turchia risale a 11.500 anni fa

Questa scienza fornisce importanti informazioni sugli enigmatici monumenti realizzati prima della nascita della storiografia. Per quelle culture, evidentemente, gli eventi celesti con la loro periodicità inesorabile erano affidabili strumenti per predire le scadenze agricole e pastorali. Attraverso le grandi pietre gli antichi hanno traslato il cielo sul terreno, “fotografando” le levate eliache delle stelle, i solstizi e gli equinozi, le fasi lunari. Già intorno al XVI e XVII secolo alcuni studiosi incominciarono a intravvedere possibili collegamenti tra i monumenti megalitici e gli astri. Nel XIX secolo Norman Lockyer dimostrò l’orientamento celeste delle piramidi egizie e dei monumenti megalitici europei, ma all’epoca la comunità scientifica non era ancora pronta ad attribuire conoscenze matematiche e astronomiche alle culture preistoriche e protostoriche. Questa disciplina ha trovato legittimazione poco più di una cinquantina di anni fa. La posizione della Stella polare, delle costellazioni e degli allineamenti celesti cambiano nel corso delle epoche per effetto del meccanismo astronomico noto come precessione.


Nabta Playa in Egitto

Calcolando i puntamenti degli antichi megaliti è possibile ricostruire l’epoca approssimativa in cui le pietre sono state erette, sistema che può supportare gli archeologi nella ricostruzione del passato, quando i reperti databili rinvenuti nei siti sono scarsi o testimoniano occupazioni sovrapposte che possono confondere le stime (ma è necessario avere una datazione archeologica di massima da cui partire). Gli antichi costruttori hanno spesso smontato e rimontato le grandi pietre, riposizionandole per mantenere le corrette corrispondenze celesti, a fronte del lento mutamento della volta celeste alla vista dell’osservatore terrestre. Le tracce dell’interesse dell’uomo per l’astronomia risalgono al Paleolitico superiore, come provano i numerosi calendari lunari ritrovati dagli archeologici. L’entrata della grotta di Lascaux, all’interno della quale si ritiene siano rappresentate alcune costellazioni come il Toro e le Pleiadi, è allineata con il solstizio d’estate. Nel Mesolitico e nel Neolitico le realizzazioni umane si fanno più complesse.


Gli allineamenti dei menhir di Carnac in Bretagna

Il tempio di Gobekli Tepe, in Turchia, è il tempio in pietra più antico del mondo, risale a 11.500 anni fa. Le colonne a forma di T che compongono i cerchi megalitici sono decorate con altorilievi dalle forme animali. Secondo un’interpretazione, queste figure rappresentano le costellazioni come immaginate dagli uomini dell’epoca. Giulio Magli, professore ordinario presso la facoltà di Architettura civile del Politecnico di Milano, dove tiene un corso di Archeoastronomia , sostiene che tre degli anelli che costituiscono il tempio sono allineati con i punti dell’orizzonte in cui Sirio sarebbe sorta nel 9100, 8750 e 8300 a.C. Nel sito di Warren Campo, in Scozia, risalente a 10.000 anni fa, è presente una fila di dodici pozzi che rappresentano i mesi dell’anno e le fasi lunari del mese. L’attenzione per il cielo è proseguita anche nei millenni successivi. Le pietre del circolo megalitico di Nabta Playa, in Egitto, un sito che risale a un periodo tra i 6800 e i 5700 anni fa, sono allineate con i solstizi e con gli equinozi. Oltre al circolo di pietre principale, esistono due file di megaliti che continuano per chilometri, una in direzione nord e una in direzione est. Secondo gli studi, la linea nord all’epoca era allineata con la costellazione dell’Orsa Maggiore, mentre quella a est era allineata con la costellazione di Orione.


Solstizio d’inverno visto dal tempio di Mnadjra a Malta

I tanti megaliti della Bretagna sono stati eretti tra 6500 e 4000 anni fa e ancora una volta evidenziano un orientato astronomico. A Carnac, in Bretagna, lungo un territorio di una quindicina di chilometri, sono presenti numerosissimi menhir disposti in quattro allineamenti principali: gli studi eseguiti hanno permesso di riscontrare la corrispondenza degli allineamenti dei megaliti alla posizione del Sole nei giorni dei solstizi e con la posizione della Luna al sorgere e al tramonto. Nel sito megalitico di Morbihan, 135 dolmen su 156 sono orientati in base ai solstizi d’estate o d’inverno. Le strutture megalitiche di Malta e Gozo, realizzate prima dell’introduzione del bronzo nell’isola, datate all’incirca tra 6000 e 4500 anni fa, testimoniano la stessa attenzione per gli allineamenti celesti. Per esempio, i templi di Mnajdra e Hagar Qim (1200 anni più vecchi delle piramidi in Egitto e 1000 anni precedenti Stonehenge) vengono attraversati dai raggi del Sole durante i giorni di solstizio ed equinozio. Pure l’accesso al tumulo circolare di Newgrange, in Irlanda, un complesso megalitico risalente a 5200 anni fa, è stato progettato secondo criteri astronomici: nel giorno del solstizio invernale, il Sole al suo sorgere proietta un pennello di luce attraverso un’apposita apertura lasciata sopra l’ingresso.


Il solstizio d’inverno a Newgrange in Irlanda

Allo stesso modo, il vicino tumulo di Dowth è allineato al solstizio invernale, mentre un terzo tumulo, detto di Knowth, più antico di Newgrange di circa 500 anni, presenta due camere dirette rispettivamente a est e a ovest che indicano gli equinozi: all’entrata della camera est è anche presente una pietra con funzione di meridiana. Gli esempi sono infiniti: merita ancora ricordare il celebre sito di Stonehenge in Inghilterra, presumibilmente realizzato tra il 3100 e il 1600 a.C. Anche Stonehenge è un osservatorio celeste, già nel 1740 William Stukeley aveva notato gli allineamenti del monumento con il sorgere del Sole il 21 giugno e il tramonto il 21 dicembre. Gli studi hanno poi messo in evidenza i complessi calcoli relativi ai moti della Luna e alla cadenza delle eclissi.


La magia del solstizio d’estate a Stonehenge

Nelle cartine del megalitismo europeo non vengono adeguatamente considerate alcune zone importantissime, come Norvegia, Carelia e Penisola di Kola. Anche l’Europa centrale è ricca di megaliti, Germania e Svizzera su tutti, e così l’Est europeo, pensiamo a Romania, Bulgaria e Russia caucasica. Purtroppo queste aree restano misconosciute ai più. Ha ottenuto invece una più larga eco il sito di Carahunge in Armenia. Singolarmente o associate alle altre, le stesse tipologie megalitiche - dolmen, menhir, circoli di pietre, stanze scavate nella roccia, corridoi, altari e tumuli - sono presenti anche in tutto il continente americano, dal Canada al Cile, nell’Africa subsahariana, non solo sulla costa magrebina, poi ancora in Asia centrale, in India e in Estremo Oriente, dal Tibet al Giappone, sino all’area insulare del Sud-Est, perfino in Australia e nelle isole polinesiane del Pacifico. Ci troviamo di fronte a strutture con funzione dichiaratamente “sacra”, che rivelano il medesimo culto astronomico e naturalistico.

Giorgio Giordano

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